Sono stati rinvenuti i resti di due navi romane al largo di Elaiussa Sebaste, località della provincia turca di Mersin affacciata sul Mediterraneo. A trovarli, un'equipe di archeologi dell'Università La Sapienza di Roma, guidati dalla Prof. Eugenia Equini Schneider, docente di Archeologia delle Province Romane nella facoltà capitolina. Le navi hanno nascosto per secoli preziosi reperti, come anfore, manufatti di terracotta, e marmi, reperti che la forza dell'acqua ha allontanato dal giacimento principale. I due relitti corrispondono a due periodi storici differenti. Il primo è di età imperiale (II secolo d.C.) e il secondo, di epoca bizantina, risale al VI-VII secolo d.C.
"I rinvenimenti - spiega all'Adnkronos la direttrice della spedizione Eugenia Equini Schneider - confermano l'importante ruolo svolto da Elaiussa all'interno delle principali rotte mediterranee di collegamento fra Siria, Egitto e penisola anatolica, una preminenza che è durata quasi otto secoli". Le navi erano dirette al vecchio porto di quella che oggi è chiamata Ayas (Elaiussa Sebaste), distante 60 chilometri da Mersin e antistante all'isola di Cipro. La zona, ricca di reperti romani e bizantini, è da vent'anni sotto l'occhio attento degli archeologi, preoccupati dei danni minacciati dalla speculazione edilizia. Il loro lavoro ha riportato alla luce numerosi monumenti come teatro, agorà, terme, necropoli, templi ma anche basiliche cristiane e altri edifici, distrutti dall'invasione degli arabi avvenuta nel VII secolo.
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