La Turchia è il secondo paese al mondo dopo la Cina per crescita di fabbisogno di energia. Ogni anno la domanda aumenta del 6%, a fronte di uno scarso 1,6% racimolato dall'Europa. Il governo, incoraggiato anche dall'Unione Europea, sta varando un programma di promozione delle energie alternative, per ridurre la forte dipendenza dalle importazioni; il fabbisogno di energia è infatti soddisfatto per il 70% da risorse acquistate dall'estero.
In Turchia la lignite è la fonte maggiore di energia (50%), mentre il restante 50% si divide tra fonti rinnovabili (21%) e biomasse (14%), petrolio (8,2%), carbone (4,6%) e in minima parte gas naturale. L'organo che gestisce la fornitura energetica del paese è la Energy Market Regulatory Authority, costituita nel 2001.
Per rafforzare la filiera e ridurre la dipendenza dall'estero, il governo di Erdogan mira alla crescita delle energie rinnovabili, in particolar modo del settore eolico, che per il momento può soddisfare solo il 2% del fabbisogno nazionale di energia. Per ora sembra che tutto proceda in maniera soddisfacente: dal 2005, anno in cui è stato approvato il "conto energia" turco, si è passati da zero a 2.300 Megawatt, raggiunti nel 2012 con 80 parchi eolici installati in diverse zone del paese. Questi si trovano sia sulla costa egea che sulle sponde del Mar Nero, mentre diversi sono in cantiere in altre aree.
Il target del governo è di 20.000 Megawatt entro il 2020, e potrà essere raggiunto a fronte di un investimento di 27 miliardi di dollari. A crederci è anche il gotha dell'industria straniera, che come John Rice della General Electric pensa di portare in Turchia il know how tecnologico in cambio di una fetta di mercato.
Per quanto riguarda il settore geotermico, la Turchia ha un elevato potenziale, che le permette di collocarsi in settima posizione nel mondo con 31.500 Megawatt potenzialmente realizzabili. In merito al solare, il paese potrebbe campare con 1.240 Km2 di pannelli solari; per ora ci si ferma ai 3.000 Megawatt entro il 2023. Entro la fine del 2013 l'Authority aprirà una gara d'appalto per la realizzazione di diverse centrali a energia solare, per una potenza complessiva di 600 Megawatt. Allo stesso tempo a Konya dovrebbe nascere un polo industriale destinato alla produzione di pannelli solari. Le biomasse sono invece in grado di produrre 300 Megawatto, per un potenziale di 10.000.
Fonte: Farnesina
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