I dati raccolti in questo articolo forniscono una visione generale del mercato del lavoro in Turchia. Il quadro descrittivo seguente è dedicato agli italiani che si accingono a cercare un lavoro in questo paese e solo marginalmente alle imprese che vogliono delocalizzare. A queste ultime consiglio l'utilissimo portale dedicato agli investitori esteri, ISPAT.
Vivere in Turchia senza permesso di soggiorno/lavoro
Il Mercato del lavoro in Turchia
La Repubblica di Turchia è il 5° paese per forza lavoro tra i 27 paesi dell'Unione Europea (di cui però non fa parte), con i suoi 73 milioni di abitanti e i 25 milioni di lavoratori. La composizione della popolazione turca rende il paese particolarmente produttivo; a questa si aggiunge la dedizione per il lavoro che contraddistingue culturalmente la società turca.
In Turchia, metà dell'intera popolazione ha meno di 29 anni, mentre il 26% ne ha meno di 15. Gli intervalli d'età della popolazione turca sono mostrati da questo grafico a bottiglia:
La Turchia vanta anche uno dei tassi di assenteismo più bassi in assoluto. In generale, il paese rappresenta la sedicesima economia al mondo e la 6° in Europa. I salari sono rimasti stabili, ma la produttività è aumentata: per questo le aziende estere sono particolarmente attratte dal paese per i loro IDE, investimenti diretti esteri. Grazie alla volontà del governo, deciso ad incrementare sempre più il numero di investitori stranieri, le infrastrutture presenti sono equiparabili alla maggior parte dei paesi europei e il mercato finanziario gode di buona salute.
Lo stipendio medio in Turchia è di 14.432 dollari USA. Per farci un'idea, quello italiano è di 25.155 dollari; in entrambi i casi il dato è calcolato al netto delle tasse. In Turchia, tuttavia, il costo della vita è molto più basso. Mentre scrivo la lira turca equivale a 43 centesimi di Euro.
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Per gli stranieri che desiderano espatriare in Turchia, le regole del mercato del lavoro sono abbastanza semplici. I lavoratori stranieri possono mantenere la loro appartenenza alla propria struttura previdenziale, mentre le aziende italiane con sede, per esempio a Istanbul, possono importare impiegati dal loro paese d'origine. Guadagnare in Euro e vivere in Lire Turche, dopottutto, si rivelerà un gran bell'affare (Anche se per lo stipendio medio dei turchi, Istanbul è più cara di quanto non lo sia Roma per gli italiani). Ottenere un permesso di lavoro non è difficile e si può fare sia in Italia, prima di partire, che in Turchia, una volta giunti a destinazione. Ecco la procedura.
Infine, per chi ha intenzione di aprire un'attività in Turchia, il governo ha scarnificato il processo burocratico, riducendolo all'osso: si può costituire una nuova società in un solo giorno. Ecco come fare.
Concludo con il tasso di disoccupazione. Nell'ultimo trimestre il dato è salito dall'8% all'8,4%. Un incremento che non ha destato troppa preoccupazione, sebbene ci si aspettasse una crescita leggermente più bassa. Anche la Turchia ha risentito della crisi mondiale, nonostante il paese di Ataturk continui a registrare tassi di crescita rassicuranti. Le imprese non hanno smesso di assumere e investire, mentre il livello di istruzione sale di continuo. Secondo gli analisti questo è un buon momento per emigrare, e la Turchia è sicuramente uno dei paesi più allettanti all'interno del quadro economico europeo.
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FONTE: Ispat, Istituto statistico turco (TurkStat) ed Eurostat
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