La Turchia è oggi il secondo fornitore di abbigliamento in Europa, mentre Istanbul è il centro gravitazionale del fashion Made in Turkey. L'avreste mai detto? Storicamente, le radici culturali dell'Europa modaiola (Italia, Francia, etc.) sono completamente diverse da quelle turche.
Quando la Turchia subì il processo di occidentalizzazione forzata durante la prima metà del Novecento, il gusto occidentale cominciò a farsi largo tra i consumatori, e la domanda di abiti importati dall'estero crebbe.
La settimana della moda a Istanbul - Istanbul Fashion Week - si è conclusa da poco, lasciandosi dietro uno strascico di ottimismo: se l'Italia è indubbiamente un rappresentante autorevole della moda internazionale, la Turchia è una new entry che promette molto bene.
Le industrie tessili stanno sperimentando una golden age, che vede il paese tra Asia ed Europa al centro di scambi commerciali significativi nell'ambito della moda; le commesse da parte dei brand internazionali sono in aumento e la qualità è uno dei baluardi della produzione. Le esportazioni nel settore dell'abbigliamento si attestano sui 15,7 miliardi di dollari (fonte: AGI) in riferimento all'anno 2012. Inoltre è già stato calcolato un aumento nei primi anni del 2013.
Il settore tessile è rifocillato anche dalle politiche governative, che hanno ridimensionato i costi aziendali, incentivando gli investimenti; inoltre, il cambio di valuta euro/sterlina/dollari-lire turche spinge ancora a delocalizzare. In ultimo, il protezionismo messo in atto ha impedito a prodotti a basso costo (ad es. cinesi) di innescare una corsa al ribasso anche in Turchia, mantenendo la qualità e la sicurezza della provenienza dei capi.
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Tacchini è stato sempre conosciuto come uno dei più importanti esportatori di tessuti.
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